Citazione

“Ciò che è realmente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non sia affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” (Heidegger)

mercoledì 15 aprile 2015

Anoressia e censura Francese - intervento su MODEM, programma della Radio Svizzera Italiana

L’Assemblée Nationale francese, dopo settimane d’intensi dibattiti, ha votato un nuovo pacchetto di leggi sulla sanità incentrato principalmente sulla prevenzione. Tra i provvedimenti approvati dai deputati, spiccano in particolare degli emendamenti volti ad arginare la piaga dell’anoressia che, secondo recenti dati, affligge in Francia 30-40'000 persone, in gran parte adolescenti.

Parigi ha così deciso di mettere fuori legge l’impiego di modelle troppo magre e di creare una nuova figura di reato rendendo perseguibili tutti quei comportamenti che potrebbero incitare alla magrezza eccessiva o all’anoressia. La pena prevista va fino a 10'000 euro di multa e fino ad un anno di prigione. Misure, queste, che trovano origine anche nel proliferare di siti internet “Pro-Ana” e “Pro-Mia”, cioè “pro-anoressia” o “pro-bulimia”, che trattano questi Disturbi del comportamento alimentare (DCA) come una vera e propria religione, con tanto di una divinità (Ana o Mia) e un decalogo da seguire a costo di perdere la salute.

Provvedimenti davvero efficaci contro la malattia e comportamenti alimentari a rischio? Modem ne parla con: Elena Contento, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro per i disturbi del comportamento alimentare di Mendrisio;Agostino Giovannini, esperto del fenomeno Pro Ana; Franco Taranto, fotografo, responsabile agenzia di moda in Ticino, organizzatore concorsi di bellezza in Ticino e in Svizzera, presidente camera della moda svizzera, Alessandra Gengaro, modella.

per ascoltate la puntata andate al link seguente:

venerdì 26 settembre 2014

Leggi Pro Anoressia e inutilità della censura

Con l'approssimarsi dell'estate scorsa i siti web pro-anoressia sono tornati a far notizia per l'interesse di una (in realtà ennesima) proposta di legge.
Leggo da tempo diverse notizie in proposito e dopo che si sono espressi un po' tutti, desidero esporre la mia opinione, sicuro che sarà una valutazione inutile e fin troppo sintetizzata.
Perché farlo quindi? Per varie ragioni e perché in Italia, con il prof. Umberto Nizzoli, vanto il primato della scoperta del fenomeno pro-ana e una certa esperienza data dal lungo tempo dedicato al suo studio - pubblicai i primi datigià nel 2004, tramite PERSONALITA'/DIPENDENZE della Mucchi Editore.

La Proposta di legge: MARZANO (..) "Introduzione dell'articolo 580-bis del codice penale, concernente il reato di istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare" è un testo interessante, ma discutibile. Riconosco come la mancanza di studi non agevoli chi vuole intervenire sulla questione. Come ha già avuto modo di dire Nizzoli (già direttore PASM dell'AUSL di Reggio Emilia) conversando con una giornalista dell'Espresso, i dati emersi dalla nostra ricerca sono tutt'altro che aggiornati, ma restano pur sempre gli unici approfonditi e sempre gli stessi a essere utilizzati.

Riconoscendone inoltre la complessità e i molti ambiti con cui il fenomeno interagisce, voglio provare a esporre brevemente il perché ritengo inefficaci e dannose queste proposte di legge.

Partiamo da una semplificazione: se anoressia, bulimia e altri DCA fossero patologie "contagiose", ovvero causate dalla vicinanza o dall'incentivo di altre persone affette, non discuteremmo più di patologie gravissime che creano sofferenza a migliaia di persone. Basterebbe recidere e isolare il problema, ma purtroppo o per fortuna le cose non stanno così.
Bisogna quindi acquisire che non è principalmente un comportamento di emulazione a causarne l'insorgenza, bensì la presenza di una personalità già sofferente, inserita in un contesto di vita disagiato, con "condizioni psico-sociali predisponenti". Insomma, se si vuole comprendere questa malattia si deve cancellare l'idea che diventi anoressica una ragazza “che vuole fare la modella”. I motivi sono altri e molto più complessi. Se d'altro canto non lo si vuole comprendere, ci si occupi di altre cose prima di commettere gravi errori.

Inoltre, a monte delle analisi sul fenomeno web pro anoressia, posso affermare che l' inutilità dell’azione penale ricade in due diversi ambiti: uno di concreta attuazione, cioè di efficacia, e un altro di tipo psicologico, cioè una involontaria incentivazione all'appartenenza a questi gruppi.

Esperienza diretta: una delle cose che notai già undici anni fa, all’epoca della ricerca, fu la velocità di nascita, morte e rigenerazione di questi luoghi virtuali, fossero essi siti pubblici o forum privati o altre forme ben nascoste. Molti ne interpretavano la veloce morte nell'intervento di organi esterni di polizia. In realtà il problema era meramente tecnico: spesso i siti scontravano involontariamente con regole del portale ospitante e, a seguito di controlli automatici, venivano chiusi e riaperti altrove, con velocità e con maggiore difficoltà di reperimento. Inoltre il web rende molto facile l'anonimato, producendo difficoltà enormi nel comprendere chi attivava un sito pro anoressia.
Pertanto sono convinto che nell'era di internet, ove i server intersecano giurisdizioni diversissime, l'idea di censurare e risalire agli autori di questi siti web sia impraticabile.

E veniamo alla questione psicologica. Dal mio studio ho potuto comprendere come questi luoghi rispondano a diversi bisogni di chi vi aderisce, tra i quali il bisogno di sentirsi accettati anche nella patologia e il bisogno di infrangere il proibito, comportamento tipico delle fasi adolescenziali.
Quindi, se da un lato questi siti web sono una miniera d'oro per studiosi e professionisti del settore - per comprendere e meglio rivedere i loro approcci terapeutici - dall'altro attirano un'utenza affascinata dalla segretezza e dall'infrazione delle regole.
Ho anche potuto apprendere come una fascia di chi non si rivolge alle cure specialistiche trovasse nei pro ana un luogo di sfogo, dove dominare sociopatie o solitudini angoscianti. Questo non per legittimare il fenomeno, tutt'altro, ma per far notare come l'eliminazione di questi spazi possa causare danni maggiori di quelli che si spera di risolvere: dichiararli ILLEGALI non farebbe altro che renderne più appetibile l'appartenenza. Spesso si tratta di gruppi con senso di appartenenza, sia virtuale che reale, essendo pratica comune adottare simboli e comportamenti di riconoscimento, tra i membri, nel mondo reale.

In conclusione ritengo che un'azione di tipo penale non sia in grado di prevenire o intervenire sul fenomeno pro anoressia. Dovrebbero invece esserci interventi mirati e preventivi capaci di offrire ai potenziali partecipanti alternative e percorsi più idonei che favoriscano "diversi e più salubri contesti di ritrovo". Affrontare un "sintomo" (addirittura così evoluto ed elaborato) di una patologia senza averlo adeguatamente analizzato, può causare gravi danni. Pertanto, finché non si interverrà su questo nuovo sviluppo (se di nuovo sviluppo si può parlare) con studi e interventi sociali e psicologici mirati, non si potrà ottenere nulla di positivo, né tantomeno fermare l'espansione e l'ulteriore evoluzione di questa espressione della sofferenza.


Agostino Giovannini

sabato 25 febbraio 2012

Binge Eating Disorder (BED) : quando il cibo serve a difendersi

Il Disturbo da alimentazione incontrollata affligge il 30% degli obesi. Quali sono i sintomi, come riconoscerlo e come intervenire.

Nel delicato ambito dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) non rientrano solo le patologie più tristemente note, come l’anoressia nervosa e la bulimia. La quarta edizione del manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali (DSM-IV-TR) riporta nell’ASSE I, dedicato ai disturbi clinici, ivi compresi quindi i DCA, i criteri diagnostici per il disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Eating Disorder (BED).
La prevalenza sull’intera popolazione è di circa il 3% e di ben il 20-30% nei casi di soggetti obesi che richiedono aiuto per dimagrire. E’ stata riscontrata un’associazione positiva nella quasi totalità dei soggetti con indice di massa corporea (BMI) superiore a 40. Colpisce maggiormente le donne che gli uomini e l’insorgenza avviene di solito nella tarda adolescenza.
Ma quali sono le caratteristiche di questo disturbo psichico spesso sottovalutato rispetto agli altri disturbi alimentari?

venerdì 13 gennaio 2012

Plus Model Magazine: Interessante, ma inutile campagna pubblicitaria

Mi piace l'approccio della nuova campagna pubblicitaria promossa da Plus Model Magazine, voglio essere chiaro. Mi piace l'idea di accostare foto di modelle sensuali e sinuose all'icona classica della velina "icona d'ossa pelle e silicone" (..come cantano i Negrita in Radio Conga).

E' interessante mostrare, non per la prima volta tra l'altro, un'altra faccia di un mondo del palcoscenico, in un mondo dove il corpo è sempre più mercificato anche e soprattutto per un palcoscenico di qualunque tipo. Per non fare poi menzione della mercificazione sia maschile che femminile che oggi soggiace sempre più tra i giovani e meno giovani, in una società che ha perso ogni valore di riferimento, (anche) sia corporeo che sessuale.

Insomma se dovessi valutare la campagna dal punto di vista sociale e culturale, e sempre di accusa verso i sistemi, direi BELLA e LODEVOLE:
un sassolino mirato alla costruzione di identità più complete e variopinte, meno chiuse e più possibiliste. Idea che sul lungo tempo può favorire ragazze e ragazzi verso la riflessione sui concetti di bellezza e soprattutto dell'apparire.

giovedì 8 dicembre 2011

il confine tra Copyright e scorrettezza inetellettuale


poco piacevole:

ciclicamente affronto piccole ricerche online rispetto il pro ana e quanto ne viene detto, puntualmente mi imbatto in articoli e studi che sembrano poco più di parafrasi di un vecchio studio del 2004 (quello che pionieristicamente feci io stesso con l'Az.Usl di Reggio Emilia ed il prezioso supporto del prof. Umberto Nizzoli) senza tuttavia trovarvi riferimenti adeguati al mio nome e ai molteplici articoli e materiali che ho distribuito tra riviste cartacee e online.

Io proseguo ad approvare e incentivare la divulgazione di quelle conclusioni che ne ho tratto sin dal primo momento, e mi trova favorevole che si cerchi di affrontare un tema delicatissimo collocato tra censura e la volontà di ignorarlo, ma al contempo mi sento di chiedere l'accortezza e la gentilezza di rispettare le fonti e i nomi di chi, prima di altri, ha investito molto tempo e fatica per studiare capire e cercare di porre aiuto in un mondo così complesso quale il Pro Ana.

Fiducioso che l'etica e il rispetto prevalgano sulla fretta,
Agostino Giovannini

mercoledì 5 gennaio 2011

Le reti nella Rete - e-book


Breve recensione dell’e-book di Michele Facci - “Internet può talvolta avvicinare persone lontane e allontanare persone vicine..”, interessante guida a potenzialità e pericoli del Web(Ed. EricksonLIVE, p. 126)

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Com’è il mondo dopo l’avvento di internet?
La rete sta plasmando le modalità di comunicazione e di interazione tra le persone, interviene sempre più nella società. Ecco allora che si presentano, veicolati da internet, mancanze, sofferenze, disagi: gli stessi di sempre, ma amplificati, potenziati. La rete diventa una grande cassa di risonanza, una protesi, nel bene e nel male, delle capacità umane. Nel libro si propone una panoramica delle caratteristiche principali della rete e dei suoi riscontri psico-sociali, illustrando la situazione attuale, le potenzialità e i pericoli più significativi derivati da un uso inconsapevole o ingenuo delle nuove tecnologie. L’agile saggio rappresenta quindi un utile strumento conoscitivo per genitori, educatori e insegnanti, ma anche uno specchio in cui molti giovani possono riconoscersi.

Il volume affronta un tema di grande attualità: ossia il rapporto così diffuso dei giovani con la tecnologia e in particolare la grande passione del navigare in internet.

Il fenomeno è decisamente degno di interesse e non possiamo non interrogarci sull’effetto che esso può avere sulle capacità cognitive e sociali dei nostri ragazzi. Se da una parte i bambini sin da piccoli imparano a usare il computer, a giocare on-line e a stabilire relazioni e rapporti anche importanti con persone che non hanno mai conosciuto, dall’altra il mondo dell’educazione e della psicologia non si è ancora dedicato a comprendere fino in fondo gli effetti evolutivi di questo fenomeno. Nel volume comincia a emergere l’idea che gli educatori devono avere una conoscenza approfondita di ciò che viene trasmesso attraverso la tecnologia e dei vantaggi e dei pericoli insiti nel web. Si inizia dunque a discutere del ruolo attivo che gli educatori – intendendo sia genitori che insegnanti – debbano avere rispetto alle tecnologie informatiche. Troppo spesso sono state considerate solo uno strumento per scrivere, per giocare, per avere informazioni, oppure un qualcosa di non comprensibile, e non si è adeguatamente valutata la portata che queste nuove tecnologie stanno avendo sia sulla cultura giovanile, sia sui loro stili cognitivi e di apprendimento. Troppo spesso si sentono gli adulti criticare l’uso del computer o di internet, lamentarsi della poca capacità di ascolto che hanno i giovani, della loro passività nella discussione e attribuire la colpa all’uso del computer. Certamente un bambino che gioca da quando ha 4 o 5 anni con il computer avrà delle enormi potenzialità rispetto a chi incontra il computer in età adulta; un bambino acquisisce plasticità e reversibilità, amplia le proprie conoscenze e sviluppa forme di esperienza e selezione percettiva in ambito visivo. Ma l’ascolto, l’immaginazione e la costruzione creativa del pensiero?

L’atteggiamento corretto non è certo quello di rimpiangere il passato, ma piuttosto quello di capire e conoscere ciò che avviene e di entrarci dentro per poter, a livello educativo, utilizzare le potenzialità che offre la tecnologia e dall’altra parte predisporre a livello didattico adeguate lezioni e metodologie che conducano a un recupero dell’ascolto, della creatività e dell’espressività.

A questo tipo di conoscenza e di consapevolezza conduce il lavoro di Michele Facci, che si pone come un’introduzione al tema: ci presenta il mondo del web, fornendoci, in maniera chiara e leggera, una disamina degli ambiti, delle potenzialità e dei pericoli che si possono incontrare. Questo volume ci accompagna in una conoscenza culturale anche del mondo nascosto della nostra gioventù. Un mondo vissuto nel web, che da molti adulti è proprio per questo sconosciuto, ma in cui bisogna entrare e anche in alcuni casi vigilare per sapersi rapportare con chi rappresenta il nostro futuro.


Paola Venuti, Prof.ssa*

(* Professoressa di Psicologia dinamica e Psicopatologia clinica presso la Facoltà di Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento. È Collaborative Investigator del National Institute of Child Health and Human Development (NIH-NICHD). Dirige il Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale (Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione dell’Università degli Studi di Trento).)


[Nb. il volume è scaricabile GRATUITAMENTE dal sito EricksonLIVE al link
http://www.ericksonlive.it/catalogo/tecnologie-e-media/media-e-societa/le-reti-nella-rete/ previa registrazione]